Segretario e operatore di Liberation Prison Project Italia

Liberation Prison Project è un’associazione fondata nel 1996 dalla Ven. Robina Courtin negli Stati Uniti. Tutto ebbe inizio con un contatto in forma epistolare che una persona detenuta in cerca di ascolto le chiese ma si sviluppò poi tramite visite che Robina Courtin tenne direttamente in carcere. Grazie alla sua grande energia, vi fu uno sviluppo anche in vari Paesi nel mondo.
Con il grande contributo di molte persone di cuore, nel 2009 anche in Italia Liberation Prison Project, iniziò la propria attività, prima presso il carcere di Massa e, nello stesso anno, presso l’Istituto di Milano-Bollate e a seguire in altre case circondariali e di reclusione italiane.
Gli operatori dell’Associazione, certificati da un’apposita formazione, portano all’interno degli Istituti percorsi di consapevolezza in forma gruppale e individuale. L’ispirazione di LPP si riconduce alle radici storiche della consapevolezza più autentica e dunque allo studio della mente così approfonditamente esposto nella filosofia buddhista.
L’approccio è del tutto laico e i partecipanti -vivendo l’esperienza della pratica di consapevolezza (mindfulness) in prima persona- si rendono conto da subito del grande valore che questa può regalare loro, facendoli sentire maggiormente al timone di ogni loro esperienza quotidiana.
Il mio contributo si concretizza nel ruolo di Segretario di Liberation Prison Project Italia e dunque coordino, insieme al Presidente Lara Gatto, le varie attività nelle quali siamo coinvolti, prima tra tutte quella degli Operatori italiani all’interno dei vari istituti. Svolgo poi anche il ruolo di operatore presso il carcere di Bollate.
Vi invito a consultare il sito di Liberation Prison Project per ulteriori approfondimenti.

Attività nel carcere di Milano-Bollate

All’interno della Casa di Reclusione di Milano-Bollate, io e altri colleghi operiamo nel reparto dove sono detenute persone che perlopiù hanno commesso reati sessuali o persone che appartenevano alle Forze dell’Ordine. Altri operatori LPP svolgono attività in altri due reparti.
Ogni settimana conduco un gruppo di consapevolezza della durata di due ore e incontro alcune persone individualmente. L’organizzazione delle attività è sempre concordata con lo staff degli educatori e si tiene in considerazione anche la richiesta personale del singolo che spesso arriva a farne richiesta magari tramite il passaparola.
Tutti noi operatori di LPP siamo professionisti nella relazione d’aiuto e traiamo ispirazione dalle radici storiche a cui le pratiche di consapevolezza si riconducono. Il loro grande valore aggiunto
è quello di mettere al centro il lavoro su di sé che ha la doppia valenza da una parte di richiamare ognuno alla propria responsabilità e nello stesso tempo di sentire questo come un vantaggio: avere in capo a sé la possibilità di cambiare le cose nella propria vita.
Relazionarci alle persone detenute per noi significa ogni giorno lavorare profondamente sulla nostra personale pratica di consapevolezza anche in termini di imparzialità, ego, motivazione e molto altro.
Non so perché sono “arrivata a Bollate”, non me lo chiedo ma sono felice che sia accaduto; preferisco dedicare energia a essere pienamente presente in ogni momento nella relazione con l’altro.
Ringrazio sentitamente LPP e in particolare Lara Gatto, Grazia Sacchi e Massimo Bonomelli per il sentiero che percorriamo insieme!
Il mio ego è sempre stato come un grosso menhir: solido, compatto. Poi le catastrofi della mia vita lo hanno sfaldato e ora c’è solo sabbia. Bisogna lavorare sullo sfaldamento dell’ego.
Testimonianza di una persona detenuta – da Uno sguardo dentro di Liberation Prison Project

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